Smaltimento DPI: come gestirli e risolvere il crescente impatto dei rifiuti sull’ambiente
È l’unica certezza rimasta negli ultimi mesi. Il nostro futuro è inafferrabile e imprevedibile. Ma possiamo già intuire l’impatto scioccante della pandemia sull’ambiente. L’uso massiccio dei dispositivi di protezione individuale e la produzione crescente di rifiuti sanitari ci ha colti impreparati. Servono soluzioni efficaci per lo smaltimento DPI prima di ritrovarci ad avere più mascherine che meduse nei nostri oceani.
La sicurezza per la nostra salute risiede anche nell’attenzione che poniamo nella gestione dei rifiuti. Siamo in corsa su un’auto infetta e stiamo gettando dal finestrino rifiuti pericolosi che rientreranno nell’abitacolo. Il rischio è quello di ritrovarci soggiogati da una nuova emergenza, non appena saremo riusciti a sconfiggere il Coronavirus. Non possiamo permettercelo.
Dall’inizio della pandemia, miliardi di cittadini e operatori sanitari nel mondo usano dispositivi di protezione individuale. Sono precauzioni necessarie per rallentare la diffusione del virus. Tuttavia, nessuno era pronto ai volumi di rifiuti che lo smaltimento improprio di questi prodotti avrebbe creato.
Mascherine, guanti e visiere protettive in plastica, la maggior parte non riciclabili, finiscono per sommarsi all’incremento dei rifiuti sanitari potenzialmente infetti di ospedali, cliniche e case di cura.
La situazione richiede consapevolezza nei cittadini, ma anche prodotti e strategie di gestione e smaltimento in sicurezza per le strutture sanitarie. Cosa dicono le normative? E quali soluzioni possiamo adottare per alleviare il problema?
Scopriamolo insieme, prima che sia troppo tardi.
Smaltimento DPI usati: normative di riferimento
Purtroppo, ormai lo conosciamo molto bene. Il Coronavirus SARS-CoV-2 è entrato di prepotenza nelle nostre vite e la domanda di DPI aumenta vertiginosamente. Questo ci ha esposto a un altro grave problema. Infatti, l’incapacità di gestire i rifiuti in modo appropriato aggrava il crescente inquinamento che il nostro pianeta sta già affrontando.
Dunque, lo smaltimento dei DPI usati per la tutela da Covid-19 richiede particolare attenzione. Prima di immergerci nelle azioni che possiamo implementare, per limitare l’impatto della mole crescente di rifiuti, è il caso di comprendere il contesto normativo in cui vengono classificati i DPI. Non solo per implementare soluzioni efficaci nella gestione dei rifiuti, ma anche per farlo nel rispetto delle disposizioni di legge.

La definizione di DPI è riportata nell’articolo 74 del D.Lgs. 81/2008, Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, dove troviamo scritto:
“si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI», qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”.
Questa definizione ha un’accezione prettamente lavorativa. Dunque, mascherine chirurgiche, o igieniche, sprovviste di filtro, come da norma UNI EN 14683, non sono considerate DPI. Bensì, sono dispositivi medici, che non proteggono chi le indossa, ma preservano le persone con cui entrano in contatto da eventuali contaminazioni.
Ai fini della classificazione dei rifiuti, a prescindere che siano o meno considerati DPI, mascherine e guanti sono comunque dispositivi filtranti e/o protettivi non sempre riciclabili. E di questo dobbiamo tenere conto quando procediamo all’uso e al loro smaltimento.
DPI usati e classificazione dei rifiuti per il corretto smaltimento
La classificazione dei rifiuti si basa sull’individuazione dell’attività generatrice, per alcune tipologie, mentre altre sono classificate in relazione alla funzione che rivestivano in origine. L’attribuzione del codice CER per i rifiuti è stabilita dal paragrafo “Elenco dei rifiuti”, presente nell’allegato alla decisione 2000/532/CE della Commissione Europea. Dunque, i DPI usati in condizioni ordinarie sono riconducibili a due codici C.E.R.:
- 15.02.02 – assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose;
- 15.02.03 – assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15.02.02.
Tuttavia, i rifiuti classificati nel capitolo 15 comprendo solo tipologie comuni a tutte le attività, a prescindere dal settore di origine. Nel caso dei DPI usati è dunque necessario considerare anche il capitolo 18, ovvero quello relativo al settore sanitario e veterinario. Perciò, tenendo conto delle disposizioni contenute nel DPR 254/2003, i DPI usati possono essere classificati nei codici C.E.R.:
- 18.01.03 – rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni;
- 18.01.04 – rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, come bende, ingessature, assorbenti, ecc.

Nell’allegato I del DPR 254/2003 è possibile recuperare l’elenco dei rifiuti sanitari e la relativa classificazione. In tale elenco, trovi i rifiuti ritenuti a rischio infettivo, poiché contaminati o provenienti da ambienti di isolamento:
- guanti monouso;
- assorbenti igienici;
- pannolini pediatrici;
- pannoloni per incontinenza,
- indumenti protettivi;
- mascherine;
- ecc.
Questa è la classificazione in cui possono rientrare i dispositivi di protezione individuale. Ci è utile per capire come orientare lo smaltimento dei DPI nell’ambito dell’emergenza COVID-19. Come vedremo, molto dipende dal contesto e dalla funzione svolta dai DPI usati.
Smaltimento DPI usati: dove buttare le mascherine e i guanti in lattice
Mentre mascherine e guanti, oltre ad altre misure preventive, aiutano a rallentare la diffusione del virus, portano anche a un’inondazione di materie plastiche e rifiuti pericolosi. Un problema che il nostro pianeta in difficoltà stava già affrontando.
La maggior parte dei dispositivi di protezione è progettata per scopi monouso, per limitare il rischio di contaminazione, soprattutto quando si tratta di pazienti esposti al virus. Quindi, siamo tutti chiamati, cittadini, aziende e strutture sanitarie, a rispettare quanto previsto dalle normative per smaltire mascherine e guanti nel modo corretto.
Smaltimento DPI usati prodotti da utenze domestiche
Il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente hanno fornito precise indicazioni in materia di gestione e smaltimento dei DPI usati.
I rifiuti provenienti dalle abitazioni dove soggiornano persone positive al SARS-CoV-2, dovrebbero essere considerati equivalenti a quelli prodotti in una struttura sanitaria. Ovvero, rifiuti pericolosi a rischio infettivo. Lo smaltimento deve avvenire secondo precise modalità:
- interruzione della raccolta differenziata;
- conferimento di tutti i rifiuti nell’indifferenziato;
- utilizzo di almeno due sacchetti, uno dentro l’altro;
- adeguata chiusura del sacco, per non toccare i rifiuti e il sacco con le mani nude, non schiacciare il sacco ed evitare l’accesso ad animali;
- conferimento del sacco secondo le modalità in vigore sul territorio per la raccolta dei rifiuti indifferenziati.
Mentre i rifiuti prodotti da abitazioni dove non risiedono persone positive al SARS-CoV-2 possono essere differenziati, è importante ricordare che i DPI usati devono essere conferiti nell’indifferenziato.

DPI usati prodotti dalle strutture sanitarie
Nelle strutture sanitarie i DPI usati, se monouso, devono essere smaltiti come materiale potenzialmente infetto. Ovvero, con codice CER/ERR 18.01.03. Tuttavia, mascherine, guanti, abiti monouso, sovrascarpe, ecc., sono trattabili con macchinari che ne garantiscano la sterilizzazione e lo stoccaggio sottovuoto in totale sicurezza per gli operatori OSS. In tal caso, sono classificabili come rifiuti assimilabili a quelli urbani (Codice CER/ERR 20.03.01 rifiuti urbani non differenziati).
DPI usati prodotti nei luoghi di lavoro
Nei luoghi di lavoro dove non siano state individuate persone affette da Coronavirus SARS-CoV-2 le modalità di conferimento dei rifiuti seguono le direttive già in vigore. Mentre, per quanto riguarda lo smaltimento dei DPI usati, è necessario gestirli come rifiuto indifferenziato.
Qualora si verificassero casi di COVID-19 nei luoghi di lavoro, i DPI usati dovrebbero essere trattati come rifiuti speciali, analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo. Ovvero, rifiuti riconducibili al codice CER/ERR 18.01.03, nonostante sia attribuibile solo a “rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate”.
Tuttavia, sono criteri consigliati dal buon senso, poiché specifiche ordinanze regionali possono intervenire e disporre linee guida specifiche per la tutela della salute pubblica. Essendo produttrici del rifiuto, le imprese hanno l’onere di informarsi e individuare la corretta categoria per trattare e smaltire sia i rifiuti urbani che speciali.
Dunque, per avere certezza del corretto smaltimento dei DPI nelle unità produttive, e attribuire il corretto codice CER ai tuoi rifiuti,richiedi informazioni dettagliate agli uffici comunali di pertinenza.
Dai DPI usati agli imballaggi: puoi gestire con efficacia qualsiasi tipo di rifiuto
È ormai chiaro a tutti che il problema dei rifiuti nel mondo continua a peggiorare. La pandemia ha solo intensificato il processo di inquinamento, dimostrando quanto siamo impreparati ad affrontarlo.
Mentre navighiamo in questo territorio inesplorato, le aziende sono chiamate a trasformare il modo in cui gestiscono i rifiuti. Altrimenti, rischiano di creare danni irreversibili all’ambiente e di essere abbandonate dai loro clienti.
Le persone sono sempre più orientate ad acquistare prodotti, o servizi, da aziende che sostengono un problema in cui credono. La condivisione dei propri valori è dunque una leva potente, che non può essere trascurata.
Nonostante le nuove sfide rappresentate dal COVID-19, puoi scegliere di guardare alla pandemia come a un’opportunità, per dare la priorità alla gestione dei rifiuti aziendali. È un modo concreto per avere un impatto positivo sul pianeta, ma anche per valorizzare l’immagine della tua impresa.

Soluzioni pratiche per la gestione efficace dei rifiuti sanitari e non
A prescindere dalla tua attività, che produca rifiuti sanitari o imballaggi di plastica e cartone, puoi ridurre i costi, salvaguardare la sicurezza delle persone e tutelare l’ambiente. Ecco alcune soluzioni pratiche per ottimizzare i processi nel trattamento dei rifiuti aziendali:
- compattazione dei rifiuti – riduci il volume dei rifiuti e i costi di gestione. Rendi snelli i processi interni, limiti i rischi, aumenti la produttività e riduci il numero dei ritiri per lo smaltimento. Guarda la nostra gamma di presse verticali per rifiuti e inizia oggi stesso a fare un passo in un futuro più economico e sostenibile;
- sterilizzazione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo – contieni il rischio infettivo dei rifiuti sanitari sterilizzandoli e stoccandoli in appositi sacchi sottovuoto. Inoltre, puoi disinfettare i dispositivi di protezione individuale (DPI), come le mascherine di categoria FFP1, FFP2 e FFP3, per prepararle al riutilizzo e ridurre gli sprechi. Scopri come funziona sinTion e sviluppa un processo di gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo davvero innovativo e sicuro;
- sottovuoto e sterilizzazione dei rifiuti – in qualsiasi contesto, dal sanitario all’offshore, puoi sterilizzare e stoccare sottovuoto rifiuti non taglienti, come garze, mascherine, guanti, soprascarpe, pannoloni per incontinenza e persino rifiuti organici. Perché non farlo?
- compostaggio dei rifiuti – che tu abbia un ristorante, un supermercato, o gestisca una cucina all’interno di una struttura sanitaria, puoi ridurre i costi di gestione con il trattamento in loco dei rifiuti organici. Guarda come funziona una compostiera e assicura un corretto riciclo dei rifiuti organici alla fonte.
E questi sono solo alcuni degli espedienti che puoi implementare subito per una gestione differenziata dei rifiuti vantaggiosa. Esistono prodotti e strategie per ogni tipo di rifiuto e contesto lavorativo in cui potresti trovarti a operare. Non usarli equivale a sprecare risorse economiche.
Smaltimento DPI: come agire per ridurre l’impatto dei rifiuti sul pianeta
Il nostro pianeta non può tenere il passo di un modello “prendi, produci, usa e butta”. Non possiamo permetterci di continuare a estrarre risorse naturali, trasformarle in prodotti per poi venderli ai consumatori e destinarli a rifiuto da buttare via. Servono azioni consapevoli e tutti noi possiamo fare qualcosa.

Ridurre l’impatto dei rifiuti sul pianeta
Il primo passo per ridurre l’impatto dei rifiuti sul pianeta spetta alle aziende produttrici. Devono iniziare ad assumersi la responsabilità del ciclo di vita dei loro prodotti. La mentalità “usa e getta” non è più sostenibile.
Il modello di business lineare deve lasciare il posto a un approccio più rispettoso dell’ambiente: un modello di economia circolare. È l’unico modo per progettare prodotti destinati a rigenerare i sistemi naturali.
Le mascherine riutilizzabili sono l’esempio di come sia possibile produrre DPI che contengano la diffusione del virus e, allo stesso tempo, riducano gli sprechi. Servono pratiche commerciali sostenibili. Non possiamo più girarci intorno.
Adottare strategie efficaci
Il secondo passo consiste nel restare concentrati sulla riduzione del nostro impatto ambientale. Come hai visto esistono dispositivi e strategie per adottare tutte le precauzioni necessarie ad appiattire la curva crescente della produzione senza precauzioni di rifiuti.
Per esempio, l’uso di sacchi in polietilene a modulo continuo può ridurre la produzione di plastica fino al 50%. Sarebbe un traguardo incredibile, perché non contribuire, quando puoi ridurre gli sprechi e risparmiare? Meno rifiuti finiscono nelle discariche e meno tossine vengono rilasciate nell’ambiente.
Essere consapevoli delle nostre azioni
Infine, le aziende e le persone dovrebbero dare la priorità a una gestione consapevole dei rifiuti. Oltre ai DPI usati per la tutela da Covid-19, la maggiore permanenza in casa sta incrementato in modo esponenziale i rifiuti da imballaggio e organici. Molti potrebbero essere riciclati meglio, riutilizzati o reintrodotti in natura. Possiamo attuare processi di gestione dei rifiuti più efficaci, a partire da acquisti più consapevoli. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte.
Il team Ciclia si impegna ogni giorno, per selezionare i prodotti e le strategie migliori nella gestione dei rifiuti aziendali. Il nostro obiettivo è ispirare le persone e accompagnare le aziende verso un cambiamento possibile, ma soprattutto vantaggioso.
Contattaci senza impegno. Insieme possiamo riprogettare la gestione dei rifiuti e trarne risorse inaspettate da reinvestire nella sicurezza e nello sviluppo del tuo modello di business.