La storia dei rifiuti verso l’economia circolare
La storia dei rifiuti è un lungo viaggio di consapevolezza e trasformazione. Ci racconta l’evoluzione delle diverse civiltà e la loro distratta propensione a produrre immondizia. Spesso trascurati e sottovalutati, abbiamo lasciato che gli scarti alimentassero miasmi, pestilenze e inquinamento. Ma, possiamo imparare a pensarli in modo diverso e convertirli in risorse preziose per costruire un futuro di benessere e splendore economico.
La gestione dei rifiuti nella storia è un problema che potrebbe sembrarti vecchio quanto il mondo. Eppure, c’è stato un tempo in cui non avevamo a che fare con l’immondizia. L’uomo nomade e cacciatore non produceva nulla. Qualsiasi scarto era destinato ad arricchire la terra e ad alimentare nuove risorse.
Seppur inconsapevoli, eravamo già parte di un’economia circolare che si reggeva da sola, senza bisogno di noi. Poi, la situazione è cambiata.
Storia dei rifiuti: la scomoda relazione con l’immondizia
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Per molti di noi, la gestione dei rifiuti consiste nella raccolta differenziata e nei ritiri settimanali per il loro smaltimento, fine. Chissà poi dove andranno. E il problema è proprio questo, poiché spesso i rifiuti vengono ammassati nelle discariche e ritornano sotto forma di odori pestilenziali. Oppure, peggio ancora, finiscono per inquinare l’aria e il suolo.
C’è tanto da fare. Ma non si tratta solo della progettazione di prodotti realizzati con materiali ecosostenibili, o l’uso di macchinari che consentano una gestione dei rifiuti più efficace: è il modo in cui consideriamo i rifiuti che deve cambiare. Differenziare gli scarti affinché possano essere riciclati è fondamentale per preservare l’ambiente. Lo è tanto quanto saperli trattare con soluzioni che ne riducano l’impatto economico sulle aziende e sui cittadini.
Invece, alcune persone non se ne preoccupano affatto. Anzi, capita di vedere rifiuti abbandonati ai bordi delle strade. Lanciati da auto in corsa, come se fossimo ancora nel medioevo, quando rifiuti organici di ogni tipo venivano gettati dalle finestre delle abitazioni.
Per capire come sia possibile costruire un’economia capace di riprogettare il nostro approccio ai rifiuti, dovremmo ispirarci al passato per tornare all’origine di tutto. Riscoprirci in uno stile di vita moderno dove i rifiuti diventano materie prime secondarie a impatto zero. È una missione possibile e siamo chiamati a provarci, se vogliamo preservare le meraviglie del pianeta che ci ospita.

La lunga storia dei rifiuti: origine ed evoluzione
La lunga storia dei rifiuti ha origine quando l’uomo diventa sedentario e inizia a formare comunità fisse in un luogo. Siamo nel lontano Neolitico (tra il 10.000 e il 5.000 a.C). Lo sviluppo di attività come l’agricoltura, l’allevamento di bestiame, l’artigianato e la tessitura sono tra le innovazioni di quel tempo. Ma, è proprio allora che prende forma una minaccia che oggi mette in serio pericolo l’ambiente in cui viviamo: l’inevitabile accumulo di rifiuti.
All’inizio gli scarti erano pochi, in prevalenza organici e biologici. Tutto tornava in natura, oppure veniva riutilizzato. Lo smaltimento dei rifiuti non era un problema. Gli scarti di cibo, per esempio, andavano agli animali. Gli strumenti utilizzati per la vita quotidiana, o il lavoro, erano preziosi e tramandati alle generazioni successive. Mentre gli escrementi erano impiegati come letame per concimare e alimentare l’agricoltura. Inoltre, le lavorazioni dei metalli o della ceramica avevano uno scarso impatto ambientale.
È quasi incredibile, ma l’uomo primitivo, seppur inconsapevole e dettato dalle contingenze, aveva un approccio al riciclo ben radicato. Una forma mentis che è tornata a illuminarci solo negli ultimi anni.
Tuttavia, con il passare del tempo, e il formarsi di città sempre più grandi e popolose, il problema dei rifiuti si intensificò. Lo smaltimento degli scarti biologici, alimentari e artigianali era talmente trascurato che finì per rappresentare uno dei fattori primari nella propagazione di epidemie terrificanti.
La gestione dei rifiuti nelle civiltà antiche
La prima discarica risale al 3000 a.C. e si trova a Cnosso, Creta. Le persone scavarono buche profonde per nascondere i rifiuti, che avrebbero poi ricoperto di terra. Da allora, la spazzatura è diventata un sottoprodotto della vita: gettato o sepolto, per essere dimenticato.
Tutte le civiltà del passato hanno sempre cercato di trovare un modo per allontanare i rifiuti. I babilonesi affrontarono il problema intorno all’anno 1000 a.C., quando introdussero nelle città i sistemi fognari per trasportare le acque sporche fuori dai centri abitati. I greci, invece, istituirono il primo servizio pubblico di pulizia urbana. Un numero sottostimato di persone, definite Astinomi, che dovevano occuparsi dell’igiene delle città e ammassarne i rifiuti all’esterno, in zone adibite alla raccolta.
Tuttavia, nell’antica Grecia, le case erano prive di servizi igienici e non esistevano bidoni per la raccolta dei rifiuti. Scaricati e accumulati in canali che attraversavano le strade della città, contribuirono all’epidemia di peste che colpì Atene nel 432 a.C. Un evidente sintomo della fragile attenzione verso la gestione dell’immondizia e dell’inefficienza dei sistemi con cui le civiltà del tempo affrontavano lo smaltimento dei rifiuti.
Anche nell’antica Roma, fatta eccezione per le case dei più ricchi, non esistevano bagni, né servizi di pulizia nelle strade. Per arginare le epidemie, oltre alle fogne pubbliche (Cloaca Massima), fuori dalla città furono allestite delle discariche. Luoghi dove venivano ammassati rifiuti di ogni tipo: da macerie a carcasse di animali. Strati e strati di scarti accatastati, fino a creare vere e proprie colline.
Nonostante gli evidenti limiti igienici, le civiltà pre-rivoluzione industriale erano comunque dotate di una mentalità votata al riciclo. E, seppur lentamente, durante il Rinascimento si concretizzò anche una parvenza di struttura urbana di pulizia e smaltimento dei rifiuti. Purtroppo, ogni sforzo era destinato a essere inadeguato davanti all’inaspettata furia del consumismo.

Dalla rivoluzione industriale ai giorni nostri
La rivoluzione industriale del XIX secolo portò profondi cambiamenti nell’organizzazione delle città. Con l’era dell’industrializzazione arrivò anche l’urbanizzazione. Sorsero città che divennero presto molto affollate e l’accumulo delle immondizie crebbe. Senza regole sullo smaltimento dei rifiuti, le strade ne vennero sommerse.
Nonostante l’implementazione di moderni sistemi fognari, che contribuì ad arginare le emergenze sanitarie, i rifiuti continuavano ad accumularsi. Solo durante i decenni successivi, nelle società urbane comparvero i primi cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Una lenta e progressiva evoluzione per gestire meglio l’immondizia. Mentre il progresso tecnologico introduceva veicoli a motore e materiali non sostenibili, per realizzare prodotti monouso e imballaggi.
È così che, senza accorgercene, abbiamo perso la cultura del riciclo. Un’abitudine mentale, dovuta a fattori di scarsità e sopravvivenza, che alimentava l’equilibrio nel rapporto tra uomo e ambiente. E ora, siamo costretti a risvegliarla. Tant’è che ormai l’inquinamento atmosferico pregiudica la nostra salute e materiali, come la plastica e il nylon, rappresentano la maggior parte delle tonnellate di rifiuti che soffocano gli oceani.
Con il crescente volume di rifiuti prodotti ai giorni nostri, le discariche sono diventate il metodo preferito per la loro gestione. Ancora una volta, abbiamo scelto di non vedere, pensando che il problema potesse essere nascosto o infilato in un buco sottoterra. Eppure, anche se in apparenza sembra essere la soluzione più economica, una discarica progettata o gestita male, può alimentare numerosi rischi:
- diffusione di malattie – ratti, gabbiani e altri animali adorano banchettare nelle discariche, con il rischio che si trasformino in potenziali portatori di germi e batteri;
- inquinamento – tossine liquide prodotte dalla decomposizione dei rifiuti di diversa natura, possono riversarsi nel terreno e inquinare le falde acquifere, pregiudicandone per sempre l’utilizzo;
- disagi – trasportate dal vento, sgradevoli emanazioni odorose possono viaggiare fino alle nostre abitazioni.
Oggi, non è certo la scarsità il fattore primario che può indurre la società moderna al cambiamento. Bensì, le conseguenze sull’ambiente prodotte da una gestione approssimativa dei rifiuti. Oltre all’utilizzo spregiudicato di materiali incompatibili con un sistema che necessita di autoalimentarsi per sopravvivere.

La storia dei rifiuti può condurci verso un futuro sostenibile
La storia dei rifiuti ci insegna che non siamo ancora in grado di massimizzarne il valore e trasformarli in una risorsa. Dobbiamo ritornare all’origine di una mentalità votata al riciclo e voltare pagina verso un’economia circolare, che possa sbriciolare la cultura attuale dell’usa e getta.
Le questioni ambientali diventano sempre più urgenti. L’inquinamento e il continuo consumo di risorse naturali richiedono un cambiamento radicale, sia nella produzione che nell’utilizzo dei prodotti, fino alla gestione dei materiali di scarto. I metodi di smaltimento dei rifiuti devono progredire con rapidità. Solo così potremo creare un’economia fiorente per tutti e nel rispetto dei limiti del nostro pianeta.
Dunque, mentre ci impegnano nel riciclo e nella valorizzazione dei rifiuti, dobbiamo ridurre gli sprechi e sostituire l’uso di quei materiali incompatibili con lo sviluppo di un futuro sostenibile. Il nostro modo di affrontare i rifiuti ha raggiunto il suo limite. Ma, trovare le strategie e i prodotti giusti vuol dire vincere già metà della battaglia quotidiana che intraprendi per trattare i tuoi scarti.
In particolare, la gestione dei rifiuti aziendali è sempre più complessa e articolata. Richiede un approccio personalizzato e una progettazione che ne valorizzi ogni aspetto. È necessario considerare i rifiuti come una risorsa economica da cui attingere un sostanzioso contributo per la crescita delle aziende. I macchinari e le strategie per riuscirci con efficacia esistono già.
Il team Ciclia lavora ogni giorno per ispirare le persone e accompagnare le aziende verso un cambiamento di paradigma nella gestione dei rifiuti. Selezioniamo i prodotti migliori e sviluppiamo le strategie più efficaci per ridisegnare i processi e ottimizzare il trattamento degli scarti.
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