Tipi di rifiuti: quali sono e come gestirli nella tua attività
Sono un problema e basta. È questa la percezione che induce molte aziende a sottovalutare il potenziale di un’efficace gestione dei rifiuti. Ma esistono approcci adeguati a tutti i tipi di rifiuti ed è possibile trasformarli in una risorsa per la crescita del tuo modello di business. Prima, però, dobbiamo riconoscerli. Identificarli nel modo corretto.
Nel rispetto della classificazione dei rifiuti secondo le normative in vigore, vedremo come sia possibile sviluppare una gestione strategica attraverso l’impiego di soluzioni idonee. Un approccio risolutivo in base a 6 tipologie di rifiuto, per snellire i processi, ridurre i costi e sviluppare una visione d’impresa ecosostenibile.
Inutile indugiare oltre. La tua azienda può trarre risorse inaspettate dagli scarti che ora stai considerando come una semplice incombenza. Immergiamoci subito.
Tipi di rifiuti: cosa cambia da gennaio 2021
Dopo il recepimento del pacchetto europeo di misure sull’economia circolare, con il D.lgs. 116/2020 sono state apportate rilevanti modifiche in merito alla classificazione dei rifiuti. In particolare, per quanto riguarda i rifiuti urbani, gli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Un passo avanti importante, che ha un profondo impatto su tutte le fasi di gestione dei rifiuti, compresi gli adempimenti amministrativi in tema di contabilità e tracciabilità. Le nuove norme disegnano una strategia orientata alla prevenzione, riciclaggio e smaltimento in discarica per ottimizzare la gestione dei rifiuti nell’ottica di una crescita economica sostenibile.

Tra le novità introdotte dal D.lgs. 116/2020, in merito alla classificazione dei vari tipi di rifiuti, spiccano 3 informazioni fondamentali:
- una nuova definizione di rifiuto, che ora riguarda “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi, oppure abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”.
- il superamento del modello di assimilazione dei rifiuti urbani sulla base dei regolamenti comunali, per rendere più uniforme l’applicazione dei criteri di classificazione su tutto il territorio nazionale. Ora, i comuni non possono più determinare in autonomia quali flussi di rifiuti derivanti dalle attività economiche siano assimilabili agli urbani;
- una più ampia definizione di rifiuto urbano, nella quale vengono compresi anche i rifiuti indifferenziati e differenziati provenienti da altre fonti assimilabili per natura e composizione ai rifiuti domestici. Sparisce, di fatto, la categoria dei rifiuti assimilabili a quelli urbani.
Queste novità sono destinate a determinare sostanziali ricadute sulle attività di molte imprese, le quali sono ora tenute a classificare e gestire i propri rifiuti in modo differente. Ma non solo, avranno un impatto rilevante sull’applicazione della tariffa dei rifiuti, rendendo ancora più necessaria l’introduzione di strategie e macchinari per contenere i costi e rendere i processi performanti.
Classificazione dei rifiuti
I rifiuti sono classificati, secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi (Art. 184, Parte Quarta del Codice dell’ambiente). Vediamo cosa prevede la classificazione dei rifiuti, in base alle nuove normative in vigore dal 1° gennaio 2021.
Tipologie di rifiuto: urbani e speciali
Sono considerati rifiuti urbani quelli:
- domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione;
- non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell’articolo 198, comma 2, lettera g);
- provenienti dallo spazzamento delle strade;
- di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade e aree private comunque soggette a uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua;
- vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali;
- provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b) ed e).
Sono invece considerati rifiuti speciali quelli:
- provenienti da attività agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2135 c.c.;
- derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall’articolo 184-bis (Sottoprodotti);
- derivanti da lavorazioni industriali;
- provenienti da lavorazioni artigianali;
- provenienti da attività commerciali;
- derivanti da attività di servizio;
- provenienti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acquee, dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi;
- derivanti da attività sanitarie.
Tipologie di rifiuto: urbani pericolosi e speciali pericolosi
Sono rifiuti urbani pericolosi quelli che, pur avendo un’origine civile, contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze pericolose. Dunque, devono essere gestiti in modo diverso rispetto al flusso dei normali rifiuti urbani. Per esempio, pile e batterie, prodotti e relativi contenitori etichettati “T” (tossici) o “F” (infiammabili), ecc.
Infine, sono rifiuti speciali pericolosi quelli generati dalle attività produttive che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti. Per questo motivo, richiedono specifici trattamenti atti a ridurne drasticamente la pericolosità. Ad esempio, prodotti derivanti da ricerca medica e veterinaria, processi chimici, industria metallurgica, ecc.
Per una esaustiva classificazione dei rifiuti, ti consigliamo di consultare anche gli allegati del D.lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente):
- L-quater – reca l’elenco tassativo dei rifiuti urbani suscettibili di essere prodotti da fonti diverse da quelle domestiche;
- L-quinquies – elenca altre fonti diverse dalle utenze domestiche, che possono dare luogo alla produzione dei rifiuti urbani.
Dunque, il primo passo da compiere per una corretta gestione dei rifiuti prodotti dalla tua azienda consiste nella loro classificazione. Catalogandoli con precisione è possibile comprendere quali siano gli oneri da rispettare e attuare le modalità necessarie per trattare e smaltire i rifiuti nel modo appropriato.

Quali soluzioni puoi implementare per rendere più efficace la gestione dei vari tipi di rifiuti
I rifiuti necessitano di un approccio flessibile e di un’analisi condotta “caso per caso”. Perciò, dopo averli classificati, dovrai quantificarne i flussi prodotti in azienda, per trattarli con efficienza e stoccarli in sicurezza nel minor tempo possibile.
Il modo migliore per ridurre al minimo i costi è sviluppare strategie dedicate per i diversi tipi di rifiuti. Serve un approccio orientato a:
- introdurre in azienda macchinari e soluzioni pratiche che rendano efficace il trattamento dei rifiuti;
- analizzare e organizzare gli spazi e i flussi di lavoro per snellire i processi interni.
Parti da qui e crea una base solida per sviluppare un piano strategico di gestione dei rifiuti. In generale, gli scarti che alimentano le problematiche di gestione sono classificabili in 6 macrocategorie e per ognuna esistono più soluzioni efficaci:
- carta e cartone – presse e compattatori per ridurre i volumi e semplificare la movimentazione;
- plastica e film per imballaggio – presse verticali per compattare piccoli e grandi volumi. Oppure cestini con sistema a sacco continuo, per semplificare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, come sacchetti e imballaggi in plastica flessibili, riducendo gli sprechi;
- EPS – presse per polistirolo efficaci per ridurne il volume, facilitare lo stoccaggio e, addirittura, trasformarlo in una materia prima rivendibile;
- umido organico – compostiere con tecnologia aerobica brevettata per ridurre il volume dei rifiuti fino al 90% e recuperarli come compost;
- misto indifferenziato e scarti di produzione – gamma di presse verticali e presse orizzontali per trattare e ridurre qualsiasi volume di scarto prodotto nella tua azienda;
- rifiuto sanitario – sterilizzatori di rifiuti sanitari a rischio infettivo e dispositivi per il sottovuoto, perfetti per risolvere le problematiche che impattano sulle procedure di smaltimento nelle attività sanitarie.
Sappiamo che in alcuni casi può sembrare davvero complesso. In particolare, quando devi gestire grandi quantità di scarti o rifiuti speciali pericolosi. Ma, come vedi, qualsiasi rifiuto può essere trattato con la massima efficienza.
Come gestire i diversi tipi di rifiuti nella tua attività e trasformarli in risorse
Poiché ogni scarto prodotto in azienda impatta sulle tue strategie di gestione e smaltimento, puoi pianificare un waste audit per classificare i rifiuti, analizzare il contesto in cui operi e implementare le soluzioni migliori.
Un waste audit periodico è uno strumento di benchmark di riferimento davvero prezioso. Impedisce di agire sulla base di percezioni soggettive e guida le tue scelte in modo analitico verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Ogni azienda ha le sue necessità e peculiarità, sia riguardo alle dinamiche di organizzazione interna che nelle tipologie di rifiuto da gestire. Eppure, puoi snellire i processi interni, ridurre i costi ed estrarre risorse utili dalla gestione efficace dei tuoi rifiuti, a prescindere dal contesto in cui stai operano.
Qualsiasi siano i tipi di rifiuti da trattare, insieme possiamo studiare la situazione e consigliarti le strategie migliori per ottimizzare i processi e creare valore per la tua azienda. Contattaci senza impegno e raccontaci quali sono le tue necessità. Siamo la squadra giusta per aiutarti a sostenere gli obiettivi di business che ti sei prefissato.